Categoria: Poesie

Always

Quando il parlare accade lo fa sempre per te.
Quando l’ascoltare accade anche questo e’ te.
L’Io che parla e’ l’Io che ascolta.
Questo e’ il fatto piu’ profondo di tutti questi anni.
Non c’e’ nessun altro, non c’era nessuno li,
non c’e’ nessuno con cui condividere
E questa e’ la bellezza, questa e’ la chiave
Che sblocca la mente che tenta di vedere.
La verita’ e’ che l’Io e’ sempre vuoto, solo,
In attesa che nel momento in cui stia per conto suo
Conosca dunque se stesso come l’unica cosa che c’e’.
Quando questo accade la ricerca e’ finita.
Il parlare continua senza preoccupazione o pena
Mentre dico a me stesso che non c’e’ nulla da condividere
E nessuno con cui condividere, eppure va avanti,
Perche’  l’amore e’ cio che gioca e l’amore ne e’ il divertimento.
Questo nulla sta cambiando e va avanti per sempre,
Portando assieme pezzi nell’Uno
Fino a che questo e’ visto con un occhio singolo
Che tutto dissolve in se stesso un po alla volta.
Non lascia nessuna memoria, nessuna traccia
Di colui cosi a lungo immaginato
A indossare un volto
Sì vede che tutto era sempre solo una azione della grazia

Last night you fell in love

La scorsa notte ti sei innamorata
Questa volta per l’ultima volta.
Ora cadrai per sempre
Più e più giù in questa
Che è che la verità di Te.
L’Amore lo ha visto accadere
L’Amore ne era l’autore
L’Amore lo ha fatto a se stesso
Perché non c’è una te.
Quando sei caduta ti sei dissolta
in questa pozza d’amore
che è la Vita, ciò che è.
La struttura del me si è spezzata
La sua radice rivelata
esser nulla, Amore incondizionato.
Le onde di quel tonfo sentite dappertutto
Dall’Amore, nell’Amore
Perché c’è solo Amore.
Solo io che si manifesta come te
L’Uno che appare come due.
Questo è il come e questo il perché
queste parole possono essere espresse
Ciò che è stato sentito fu sentito
Là dove non c’è separazione.
Sono espresse da quell’Uno
Che dà a se stesso il benvenuto a casa.
Ora che l’illusione dell’Amore è vista
Ci sarà solo l’Uno
Sebbene il me possa apparire di nuovo
Di tanto in tanto
Esso verrà colto nell’Uno
Fino a che un giorno non sorgerà più.
Non c’è nulla da fare
Perché non c’è nessuno che possa farlo.
Ieri hai pregato la tua ultima preghiera.
Ieri ciò che immaginavi di essere
Si è arreso senza speranza,
Quella preghiera il suo ultimo singulto,
Il respiro di colui che è separato
Che si discioglie nel respiro del Divino,
La goccia che torna all’oceano.
Ieri notte ti sei innamorata,
e ora resterai qui per sempre.

Avasa

Questa poesia può essere trovata nel CD “Running on Empty” dove ci sono poesie lette da Avasa con la musica di Anando.
Per info sul CD

Sannyas

Foglie vanno
Dove il vento le soffia,
dove il respiro del Divino le porta.
Essere Uno con la Vita stessa
Tutto quello che è richiesto
È di non avere ancore
E danzare liberi.
Non c’è danzatore,
C’è solo la danza,
siamo tutti catturati
nel Respiro che sorge
dall’Immobilità
dell’Essere.
A volte due foglie o più
Sono soffiate insieme
Giù per la stessa strada
Nella stessa direzione
Per un po’ insieme
E poi di nuovo divise.
E’ possibile che esse si incontrino di nuovo
Quando la stessa brezza che le guida
E le separa
Le unirà nel suo turbinio.
Questo è il modo in cui ci incontriamo e ci lasciamo nella Vita
Siamo catturati dalla corrente
Del respiro del Divino.
Essersi lasciati andare in questo
È riposare nelle mani
Del Divino.
QUESTO E’ SANYAS,
Permettere,
Andare, venire,
Osservare senza interferire,
Solo Essere,
Sapendo tutto il tempo
Che ogni cosa è il volere dell’Esistenza
E alla fine, il proprio.

Avasa

Questa poesia può essere trovata nel CD “Running on Empty” dove ci sono poesie lette da Avasa con la musica di Anando.
Per info sul CD scrivi a anando@inwind.it

In death as in out deepest sleep

Nella morte, come nel nostro sonno più profondo
Ci incontriamo come Uno, non c’è un altro li
da separare, per creare paura,
Tutto quello che resta è essenza nuda.
Tutti i pensieri di cessare di esistere
In realtà sono solo dei modi di evitare
Di affrontare in pieno quello che si incontra
Alla fine della vita, quando i suoi gravami
sono spazzati via dai venti del tempo.
Allora riposando nell’eternità
Conosciamo e riconosciamo direttamente
La verità di tutta l’umanità
L’io di te, l’io di me
Che è, e è sempre stato
Questo momento, il continuum
Intoccato, Il vuoto dietro ogni scena.
Spogliato di tutte le credenze si scopre
Di essere quell’Uno che è il vedere
di ciò che appare come altro,
l’unica cosa che si merita questa parola Amore.
Non c’è mai stato qualcuno qui che vede,
Solo il vedere poteva accadere
Perché quell’azione era ciò che è visto,
apparendo come ogni tempo e spazio.
Ogni cosa in un battito di ciglia
È realizzata e compresa
La sua ovvietà, la sua banalità
Non è più conosciuta come buona o cattiva.
Un’unica azione è tutto ciò che appare,
Nessun opposto sorge nel gioco
Quando l’Uno regola con la sua chiarezza
Si vede che la notte segue il giorno.
E persino quando c’è un respiro in queste forme
È possibile che lo stesso sia visto
Che tutto è Io, soltanto,
e non c’è mai stato un me o un te.

Avasa

Questa poesia può essere trovata nel CD “Running on Empty” dove ci sono poesie lette da Avasa con la musica di Anando.
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Between my finger and my thumb

Mi ricordo bene quando ero piccolo
Tra l’indice e il pollice
tenevo la luna.
Quelle luci scintillanti nel cielo notturno
Le carezzavo e le toccavo mentre volavo attraverso l’oscurità.
Non mi avevano detto allora del tempo
Era solo la durata della rima di una ninna nanna nell’occhio della mia mente
Io ero lo spazio in cui le cose erano
Uno spazio vuoto e nulla di più.
Fino a che non mi hanno insegnato
Che quella distanza che non potevo vedere era tutta attorno a me e lontana da me
E io ho creduto loro.
Collassato dalla radianza sono caduto
nelle costrizioni di un inferno
di una taglia e di una durata di una vita.
C’erano quei momenti in cui da solo
Assaggiavo la mia casa senza tempo
Quando tutto era in me.
Sempre meno e sempre meno quei momenti vennero
mentre divenivo familiare
Con il nome con cui mi chiamavano.
Dalla mia vasta bellezza rapito,
Con pensieri di tortura mi sentivo maledetto
Tempo e spazio il mio abbaglio.
Soffrendo il senso di separazione
Mi ritrovai disperato una notte fredda e umida
Guardando il cielo stellato implorai
Di conoscere la ragione, il perché
Con in mano il coperchio di una lattina arrugginita.
Non c’era desiderio di andare avanti nel tempo
Assieme alla massa dalla mentalità da pecore.
Improvvisamente ero di nuovo colui che vedeva la scena globale
E tutto quello che c’è
Era conosciuto e compreso.
Quel singolo lampo di luce eterna
aveva spazzato via le illusioni di una notte
In un sol colpo.
Ho iniziato da lì
A vivere di nuovo,
ho cantato il vento e danzato la pioggia
E nessuno mi vedeva.
Perché tutti sono impegnati a guardare fuori,
Se solo si fossero voltati
E mi avessero visto.
Conoscere quel vuoto di nuovo
È lo scopo di ogni desiderio
di conoscermi.
Non importa quanto proviamo
Non c’è risposta alla domanda perché,
Semplicemente cessa di chiedere.
Questo luogo da cui non mai sfuggi via
È il luogo di riposo, il me eterno
La domanda e la risposta.

Avasa

Questa poesia può essere trovata nel CD “Running on Empty” dove ci sono poesie lette da Avasa con la musica di Anando.
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