Viviamo in una società che intrattiene come sua idea principale il concetto di separazione, l’idea che tu e io siamo separati gli uni dagli altri. Questa idea ha portato con sé un prezzo da pagare il cui costo è molto alto e che ci costerà – se dovesse persistere – la morte della razza umana.
L’intero sistema attraverso cui siamo stati cresciuti nella nostra società dai nostri genitori e insegnanti, dalle nostre figure religiose e dai nostri governi si basa su questa idea di separazione, sebbene non esista nessuna qualsivoglia evidenza che possa supportare tale concetto. Abbiamo un’enorme fiducia nella scienza e sulla direzione in cui essa ci sta portando, eppure più la scienza stessa ci porta vicini a ciò che stiamo cercando, la Sorgente, e meno trova prove che la separazione esista DA QUALUNQUE PARTE.
Attraverso la storia dell’umanità ci sono state delle persone che si sono addentrate fuori dagli schemi consueti tipici del loro tempo e hanno sfidato il comune modo di pensare. Il loro messaggio in ogni e ciascun caso era identico: la separazione non esiste.
Il costo di intrattenere questa idea che ci siano essere separati si riflette in molti modi nel nostro mondo come le tante guerre che esistono e come la sofferenza cosiddetta a livello personale che è prevalente nelle nostre società in ogni loro strato. NON deve essere per forza in questo modo e in effetti tutto questo può cambiare facilmente, ATTRAVERSO il vedere che cosa in realtà siamo dietro tutti questi sistemi di credenza.
Una credenza è un pensiero con cui ci si è identificati perché non si conosce più il proprio Sè in modo diretto, ed è naturale cercare di ritrovare la propria identità una volta che la si è persa di vista. Le credenze sono create nel tentativo di ritrovare di nuovo noi stessi, il nostro Sè, come qualcosa di permanente, di reale.
Tutti gli esseri umani, a dispetto delle apparenti differenze, sono composti da tre cose. Un corpo fisico, una mente e qualcosa di intangibile chiamato Consapevolezza. Questo è sempre il caso, quandunque ci sia l’esperienza umana.
La prima di queste tre cose la conosciamo tutti in quanto è chiaramente in bella vista, la seconda la conosciamo ma non è sempre così chiara e ovvia come la prima e la terza, la Consapevolezza, raramente riceve la nostra attenzione in quanto è in qualche modo strana dato che è l’unica a essere permanente di queste tre componenti. Il corpo e la mente vanno e vengono, come accade nel sonno profondo, ma la Consapevolezza è sempre presente.
Perché allora, ci potremmo chiedere, questo che è sempre già presente resta così sconosciuto? La risposta è semplice: NON è una COSA. La consapevolezza non ha una forma o un colore o una descrizione di qualunque tipo, eppure E’. Senza questa presenza di Consapevolezza non ci sarebbe la possibilità di fare esperienza di nulla.
Chiaramente questa Consapevolezza è quindi di incredibile importanza. E’ questo che dobbiamo conoscere di nuovo così che non venga più ignorato. Quando ignoriamo questa Consapevolezza, noi in quanto Consapevolezza, cerchiamo di ritrovarci attraverso l’identificazione con gli oggetti che appaiono in essa, come il corpo e la mente. Crediamo allora di essere una COSA finita e ne soffriamo le conseguenze. Creiamo una falsa identità e a partire da essa viviamo una realtà che è falsa.
Dai un’occhiata proprio ora alla tua immediata esperienza, corpo, mente e qualcosa che vede il loro apparire e che chiediti: “Quale di queste tre cose è permanente? Quale di queste è ciò che vede le altre due che sono viste?”.
TU sei ciò che è visto e la Consapevolezza che testimonia l’apparizione del corpo e della mente. Come questo che vede tu sei un Nulla, una Non Cosa, una presenza consapevole che è priva in sè di qualità e quindi non ha nessuna descrizione. Tu semplicemente SEI. Questa Consapevolezza è la stessa in tutti gli esseri umani: i loro corpi e il gioco delle loro menti varia, ma questa Consapevolezza è sempre identica, è lo stesso Uno. Nel momento in cui questa Consapevolezza inizia di nuovo a includere se stessa nella scena diventa sempre più chiaro che il corpo e la mente sono dei veicoli attraverso cui si può fare esperienza, ma uno NON è queste cose. In breve tempo l’attenzione torna in modo naturale a questa Consapevolezza in mezzo a momenti di abitudinaria identificazione con il corpo-mente fino a che non accade una stabilizzazione e una realizzazione chiara e conscia che si E’ questo.
Il problema di questa erronea identificazione cade e con essa anche la cosiddetta sofferenza personale. La Vita è vista in un modo completamente differente e si vede che si Uno con la Vita stessa. Questa è la direzione che la società DEVE intraprendere perchè la specie umana possa continuare ad esistere.
Non è una cosa che è necessariamente difficile perché tutto quello che è necessario per apportare questo modo di vedere le cose è in realtà già presente. Richiede solo che noi lasciamo cadere tutte le nostre stupide credenze e che VEDIAMO ciò che E’. Corpo, mente E questo che è sempre presente, l’Eterno, il nostro SE’.
Questo è ciò che è stato indicato da coloro che hanno condiviso un messaggio con l’intenzione di rimuovere il senso di separazione. Questa è sempre stata la risposta, e non è cristiana, buddista, ebraica, musulmana o qualunque altro nome religioso gli sia stato dato. Quando è stata condivisa, lo è stato direttamente dall’Uno, lo STESSO Uno, a dispetto di tempo e luogo in cui sia accaduto. Quando ti risvegli alla Verità di quell’Uno che tu IN REALTA’ sei, sarà lo STESSO Uno che che si è risvegliato in coloro il cui messaggio è divenuto religione e che poi è diventato una credenza che ci impedisce adesso di vedere questa Unità. La loro insistenza è sempre stata che questa realizzazione doveva diventare tua o altrimenti sarebbe rimasta una credenza e non avrebbe servito nè te nè l’umanità in nessun modo che potesse rimuovere il senso di separazione.
Quando questa realizzazione accade NON è una credenza, è auto-evidente e si conferma da sola. Quando VEDI quell’Uno che in realtà sei allora vedi anche che tutti gli apparenti “altri” non sono altro che te stesso, Amore.
L’Amore non conosce separazione!
Avasa