Seeing and understanding

Di recente sono apparse molte mail e varie altre cose su Internet riguardo ciò che si pensa sia il messaggio Advaita. E’ tuttavia molto chiaro che queste argomentazioni NON vengono dal VEDERE ciò che il messaggio Advaita è davvero ma ciò che è PENSATO che sia: due cose completamente diverse.

Ci sono molti che sostengono di sapere e capire, ma si trovano poi in disaccordo con coloro che sono chiaramente in questo VEDERE. Essi si stanno mantenendo ad un aspetto solo concettuale del messaggio e immaginano invece di averlo compreso davvero. Ho letto uno scambio a tre che Tony Parsons ha avuto con altre due persone sul sito di Paula Marvelly, dove lo stavano criticando per quello che era stato espresso nel suo libro. Qualunque cosa Tony dicesse è stata accolta con “Sì, ma” ed una montagna di concetti riguardo “un LIVELLO ULTIMO O ASSOLUTO”.

Questo E’ il livello ultimo, c’è solo SOLO un livello e NON è un livello, è solo QUESTO. Questo è tutto ciò che c’è.

Ho visto polemiche senza fine contro coloro che condividono questo messaggio da parte di persone che NON sono nel VEDERE di tutto questo. Queste argomentazioni nascono da un fraintendimento di ciò che viene condiviso.

Di nuovo ieri ho visto alcune persone malinterpretare quello che Shakti ha scritto su Facebook e sul suo blog e discutere ribattendo con ciò che era stato scritto e anche con qualcosa condiviso da me e di nuovo questo “SI MA” e il “LIVELLO ULTIMO”.

E’ perfettamente normale e naturale approcciare l’argomento dell’Advaita attraverso dei mezzi concettuali MA (un GROSSO ma) non pensate che sarà così mai capito perché non lo sarà, non è possibile. Non si può mai diventare un esperto di questo messaggio e da parte di coloro che sono nel vedere questa realizzazione non c’è alcuna pretesa di possedere qualcosa che nasca da un aver accumulato una serie di esperienze nel tempo. La COMPRENSIONE appartiene al tempo lineare e il messaggio Advaita sorge invece dall’Eterno, non dal tempo, non dall’infinito. L’eternità e l’infinito NON sono la stessa cosa. Uno implica l’assenza di tempo e l’altro un proseguimento quasi senza fine NEL tempo.

Questa confusione nell’uso delle parole è spesso causa di disaccordo con ciò che è stato condiviso, anche questo è naturale e parte di un iniziale tentativo di capire questo messaggio. Le parole non sono la cosa in sé! Ma non lo è neppure l’esperienza che sta prima delle parole perché ciò che viene espresso nel messaggio di Advaita sta prima di qualunque tipo di esperienza. Quando infine si lasciano andare queste cose e c’è uno stabilizzarsi nel vedere tutto questo, allora non resta nessuna comprensione, né alcun tipo di esperienza di questo perché queste cose sono possibili solo quando la persona che immaginiamo è presente.

La discussione di ieri non è infrequente ed era valida e sincera in risposta a qualcosa che era stato scritto da qui e che era stato messo Internet da Shakti nei luoghi che visita sulla Rete. Il “SI’ MA” in questo caso riguardava le guerre e gli orrori che si vedono intorno a noi nel mondo attuale: sono pienamente d’accordo sul fatto che siano una rappresentazione del triste stato in cui l’umanità versa. Questa apparizione esterna è basata in tutto e per tutto su l’IDEA della separazione, ed essa è la causa di questa orribile azione nella coscienza. Dunque lo scioglimento di questo concetto di separazione sarà la fine di tali atrocità.

Cerchiamo di essere chiari sull’apparizione tali eventi: esse non finiranno fintanto che il concetto di essere separati resterà. La risposta NON è quindi di cercare di modificare l’apparizione esteriore, ma la visione che si ha del proprio Sé. Nella misura in cui questo può avvenire anche l’azione esterna della coscienza apparirà meno separata e più compassionevole.

Il messaggio advaita quando è condiviso è spesso immaginato come freddo e senza amore, perché è fattivo: eppure ogni volta che l’ho visto vivere in altre forme è ben lontano da essere tale. Sono esseri dalla natura molto compassionevole e naturalmente amabile, ma c’è non di meno in essi l’accettazione dei fatti come sono visti, che le cose sono come sono perché non possono essere diverse. Questo non significa che se uno è presente in una situazione dove è possibile fare qualcosa per alleviare una sofferenza non lo si faccia. Nell’apertura di questo vedere tutte le azioni cosiddette personali nascono spontaneamente e quindi in modo amorevole dall’Amore verso se stesso, perché Amore è ciò che è prima di ogni azione. L’atteggiamento di “Oh beh è il suo karma” non è il messaggio Advaita, ma lo è l’accettazione che le cose sono nel modo in cui sono e inclusa l’azione di cambiare le cose, se si è nelle immediate vicinanze di una circostanza che comporta della sofferenza. Ciò che è condiviso non viene fatto con un atteggiamento di indifferenza. La compassione è una qualità spirituale basata su una comprensione profonda, che nasce dal vedere e dà luogo al distacco. L’indifferenza è basata sul concetto di me, è una protezione egoica da parte di colui che immaginiamo di essere e che già sta portando troppi pesi per essere in grado di sopportare il peso di un’altra reazione emotiva a ciò che viene sentito o visto riguardo la sofferenza nel mondo, da qui il rifiuto di prendere altro a bordo che diventa indifferenza.

Può essere molto difficile da credere, ma ogni essere umano alla base è Amore, noi siamo naturalmente esseri amorevoli. Sono le condizioni delle nostre circostanze esteriori che diventano le nostre esperienze di vita ci portano a dare le spalle questo Amore. Esso comunque l’UNICO modo in cui possiamo porre fine al dolore e alla sofferenza esterni: l’Amore è la risposta. Dobbiamo conoscere di nuovo (non nel senso della comprensione) il nostro Sé essere come questo Amore che sta prima di tutte le azioni che sorgono nella coscienza. Se fosse possibile (e lo è) per tutti gli esseri umani di tornare a VEDERE che ciò che vive attraverso la forma umana, che appare COME forma umana, ed E’ l’esperienza del gioco della vita, è ciò che essi sono allora questa follia nel nostro mondo finirebbe.

La prima cosa che sorge dopo aver saputo di un’altra atrocità è l’emozione di raggiungere coloro che hanno e stanno soffrendo quanto è avvenuto. Questo nella stragrande maggioranza dei casi è seguito da un senso di impotenza, che può quindi dare luogo ad un’azione di desiderio di cambiare la circostanza che si manifesta (fare qualcosa) o cadere in uno stato di frustrazione per il non poter agire. La prima azione aiuta a evitare di sentirsi impotenti e la seconda ci getta in una profonda identificazione con la sensazione: nessuna delle due può cambiare la situazione. La risposta qui quando la sensazione di essere impotenti si presenta è quello di non fare semplicemente nulla! Resto con la sensazione in quanto sensazione e lascio che sia pienamente sentita e vissuta. Siamo cresciuti così abituati a evitare le cose come si presentano che immaginiamo che NON fare sia qualcosa che dobbiamo o possiamo fare. NON fare è non fare nulla e questo permette poi la circostanza proprio lì in quel momento di essere sentita pienamente. Quando lo è questo può dare luogo ad un fare qualcosa, ma questo NON sarà una reazione, ma sarà una RISPOSTA diretta ad avere pienamente sentito l’impatto dell’emozione che deriva dalla situazione. In questo modo si diventa di nuovo emozionalmente connessi al mondo così come uno lo era nell’infanzia. Nel momento in cui questa connessione emozionale approfondisce il mondo cambia. Quandi ci si VEDE e SENTE come ogni cosa che si manifesta allora l’apparizione cambia per riflettere tutto questo. Questo ricollegarsi nuovamente a livello emozionale con tutto ciò che appare è l’Unità, è l’UNO.

Quando ci si risveglia finalmente al fatto che c’è un UNICO sognatore di questo sogno della vita, e che si è questo sognatore, allora il sogno assume una qualità molto diversa, si trasforma per accogliere il risveglio di tutti gli altri esseri umani che sono in realtà non è altro che se stessi (il proprio Sé).

Non vi è alcun autore personale dietro alcune delle azioni cosiddette personali, buone o cattive che siano. C’è però il vedere questo come un fatto, vedere che ci immagina che l’azione sia personale, e che l’immagine è ciò che dà luogo ad un’azione di separazione. Siamo tutti l’Essere divino stesso e se questo non si vede chiaramente quell’area in cui non si vede chiaramente sarà riflessa verso l’esterno nella nostra coscienza che appare come un mondo a parte apparente LA’ FUORI. Non c’è LA’ FUORI e non c’è un REGNO INTERIORE, c’è solo QUESTO. QUESTO è tutto ciò che c’è.

QUESTO sta apparendo a partire da e in ciò che che sei veramente, risvegliati a questo fatto e il mondo che può apparire inizialmente separato cambierà e rifletterà la tua realizzazione. TU non sei il corpo o la mente, queste azioni sono i tuoi aspetti mutevoli, temporanei. Quello che sei è l’Amore che non conosce il senso di alterità e che sta prima di ciò che appare come tua esperienza.

Se lì sorge un’azione di controbattere ciò che è stato letto qui testimonia quell’azione e resta presente ad essa fino a che non si placa e scoprirai che in realtà non solo si è d’accordo con ciò che è stato scritto, ma che in realtà tu lo hai scritto. E ‘il TUO messaggio a TE STESSO. Alcuni leggeranno e saranno d’accordo, perché già la connessione emotiva ha iniziato o ha già avuto luogo, o sta accadendo, in questo caso l’Amore è visto manifestarsi come comprensione.

Se però non si è in grado di rimanere con quello che sorge come reazione non sprecare il tuo tempo a metterlo in una mail, la reazione si manifesterà nel mondo in ogni caso come un ulteriore forma di separazione e di sofferenza. Non ci sarà alcuna risposta da parte di questa forma alla tua reazione e il disperderla esprimendola sarà la tua perdita di possibilità di sentirla fino all’arrivare a questo luogo che sta prima della sua comparsa. Tutto ciò che è scritto qui è sorto dal VEDERE questo NON dalla sua comprensione o MALcomprensione. Semplicemente è una azione temporanea che sorge in e da questa non azione che è permanente.

Per quelli di voi che sono italiani io so solo poche parole dopo tutto questo tempo di condivisione qui in Italia.

‘Stai con la Sensazione, le parole non SONO importanti, la comprensione è nel Cuore’.

Possano queste parole toccarti là dove tu sei quell’Amore che resta prima di ogni apparizione.

Avasa

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Categorie: Saggi

2 commenti

    1. Hey Amrit
      The expression of Love is what the apparent we feel as a flow between the forms. Where this flow comes from and goes to is what I is.
      When I is all is. I am you, you are me as this I.
      I is everything and nothing.
      love to love always

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