DOMANDA
Se e’ vero che noi siamo solo consapevolezza che riconosce se stessa attraverso un corpo e che quindi non c’e’ nessuno, come mai anche in voi risvegliati il dolore resta una faccenda del tutto personale? Non dovrebbe detta consapevolezza autoriconosciutasi nei corpi dei risvegliati percepire ogni sfumatura emotiva e fisica presente in questi corpi come se ne occupasse uno solo? E se non c’e’ nessuno ma solo consapevolezza, quando questo corpo morirà la consapevolezza tornerà allo stato potenziale? Perché se e’ cosi’ c’e’ poco da stare allegri! Non equivarrebbe forse questo a non esistere? Spero tanto in una risposta. Grazie
RISPOSTA
Ci sono molte idee su cosa sia illuminazione e un’idea che accompagna tutte loro e’ che, una volta che l’illuminazione sia accaduta, non si dovrebbe più sentire dolore.
Il dolore e’ solo una sensazione fisica e fino a che il corpo e’ vivo e funzionante in modo bilanciato il dolore E’ sentito. Questa Vita e’ un’esperienza che richiede il corpo e la mente per essere esperita, e comunque ciò che testimonia il dolore e’ comunque, sempre, Consapevolezza.
La cosiddetta PERSONA illuminata, cosa che di per se’ non esiste, esperisce le cose ESATTAMENTE nello stesso modo in cui lo fa qualunque altra forma umana quando essa e’ in vita.
Laddove l’illuminazione sia accaduta non c’e’ l’idea che uno abbia qualcosa che gli altri non hanno, tutto quello che e’ successo e’ solo che lo sfondo e’ stato riconosciuto come ciò che si e’ veramente, il soggetto, NON gli oggetti che appaiono in esso. Questo e’ sempre e gia’ il caso per tutte le forme umane, anche quando non si riconosce che sia cosi.
il tuo stato potenziale e’ GIA’ il caso, non e’ qualcosa che diventi ma che SEI adesso. Quando il corpo muore sarai quello che ora senza il corpo/mente, in quanto la Consapevolezza non e’ un oggetto creato quindi non puo’ morire visto che non e’ mai nata.
Esisti o non esisti nel sonno profondo? Tu esisti SEMPRE, persino quando l’oggettivita’ non c’e’.
Non so se sia qualcosa di cui essere allegri o no, ma e’ il modo in cui e’ comunque quando questo e’ visto tende a rendere l’esperienza della Vita più preziosa e anche più divertente.
Nulla di questa creazione aveva bisogno di esistere ma lo ha fatto… Quindi c’e’ la sensazione che la vita ha bisogno di essere sentita nel pieno delle potenzialita’ del corpo/mente. E’ una occasione unica, non puo’ essere mancata, non ci sono prove generali ne’ bis.
Con molto amore,
Avasa
DOMANDA
Grazie della cortese risposta! Lei dice che la morte e’ paragonabile al sonno profondo; ma allora mi conferma che una volta morti c’e’ sempre la consapevolezza ma non esiste autocoscienza. Questo pero’, mi dispiace insistere, ma equivale a non esistere. Resta poi da comprendere come mai certe persone abbiano esperienze fuori dal corpo visto che il corpo e’ da lei considerato l’ unico espediente che questa consapevolezza ha di divenire cosciente di se’ stessa. Non mi aspetto un’ altra risposta, erano solo mie considerazioni. Torno a ringraziarla della sua cordialita’ e le auguro ogni bene.
RISPOSTA
Ciò che rende la morte e il sonno profondo simili è il fatto che ciò che è presente in entrambi i casi è il vedere se stessi come non esistenti.
L’assenza del soggetto e dell’oggetto NON E’ nè esistenza nè non esistenza. Quando il gioco della creazione è esperito esso accade perché il soggetto porta in essere l’oggetto come attività che nasce da se stesso.
Il soggetto è la Consapevolezza ed è non-oggettivo in se stesso, esiste sia che il mondo appaia oppure no. Quando non c’è oggettività non ci può essere neppure soggettività, quindi non c’è nulla, che è ciò che chiamiamo Consapevolezza. Essa è che porta in essere il mondo.
La non esistenza non può essere formulata a livello concettuale a meno che ciò chiamiamo esistenza non sia presente. Quando l’esistenza non si manifesta più c’è pura soggettività che non è neppure consapevole di sè come qualcosa.
Con amore,
Avasa