Desire

C’è un desiderio che sorge nella forma umana che è più forte di tutti gli altri desideri, un desiderio di cui tutti gli altri desideri sono solo una versione annacquata. Questo desiderio è il desiderio di essere senza desideri, di essere assolutamente privi di quell’energia che sorge e che viene vissuta come desiderio. Quando eravamo bambini piccoli siamo stati in questo essere senza desideri, ma questo stato naturale originale è stato perso quando ci è stata impiantata nella mente l’idea del tempo da parte degli adulti che vivevano intorno a noi. Ci hanno insegnato che un altro momento, che in verità non esiste, conteneva qualcosa di più del momento in cui eravamo presenti e un senso di mancanza è sorto all’interno di quello che era essenzialmente un’esperienza piena e completa. Da allora in poi abbiamo perso quell’essere senza desideri che fino a quel punto ci aveva accompagnato sempre e siamo divenuti estranei al nostro stato naturale.

Quindi c’è anche un conflitto con il desiderio di essere senza desideri in quanto comporta la morte di colui o colei che al momento ci si immagina di essere. Quello che siamo veramente è completo e sempre presente, ma quello che immaginiamo che sia il nostro sé è per sua natura incompleto e deve rimanere tale per poter sopravvivere. Questi vive nell’immaginario passato o futuro come un immagine nella mente che si aggrappa a se stessa. Ciò che desideriamo di più è l’assenza di noi stessi in quanto immaginari esseri separati, visto che come tali c’è sempre conflitto e sofferenza. Queste cose sono presenti perché in realtà la separazione non è vera di noi e fino a quando colui che immaginiamo di essere non se ne andrà, il disagio presente in questo concetto resterà.

Questo è il dilemma dell’ego, di colui che è immaginario, il suo desiderio più profondo è quello di morire all’illusione di se stesso ed essere libero, dato che intuitivamente ogni essere umano sa che la libertà significa essere liberi dall’illusione di essere degli individui separati. La vera libertà è libertà dall’individuo immaginario, non è la libertà dell’individuo.

Quando il concetto di ego è considerato come vero, questo desiderio è di primaria importanza dato che c’è sofferenza in ogni momento della propria vita dell’illusione che si ha di se stessi.

Anche se uno può ingannare gli altri facendogli credere che vera felicità o l’illuminazione siano accaduti uno non può ingannare se stesso perché ci sarà la sensazione di qualcosa che manca nell’esperienza di ogni momento. Che cosa è sentito come mancanza è l’assenza della totalità che era presente nell’infanzia, prima del cadere nell’illusione della apparente separazione.

È questo senso di mancanza che dà luogo alla ricerca. Questa ricerca continua ad accadere in ogni forma umana fino a quando questo senso di separazione scompare quando si è visto che colui o colei che ci si immagina di essere non è un’entità reale, ma semplicemente un’altra attività che sorge nella coscienza, un altro pensiero che appare.

L’io o il me che ci si immagina di essere è un’illusione, un’idea, e come tale non è mai sicuro, è sempre sotto la minaccia delle circostanze mutevoli in cui si trova e quindi per quest’uno la vita è terribile. Il me cerca comfort e sicurezza in ogni momento, esso è sempre alla ricerca di un’immagine meglio costruita di se stesso nel suo desiderio di essere qualcosa.

La verità è che non siamo un qualcosa ma ciò in cui il qualcosa fa la sua comparsa. Noi siamo il soggetto non l’oggetto, il testimone dell’immagine e non che l’immagine stessa. Come questa testimonianza siamo sempre presenti e immutabili, a differenza di ciò che è stato testimoniato che è sempre mutevole e diverso in ogni momento. Come colui che ci immaginiamo di essere siamo sempre in un processo di divenire ma come ciò che siamo veramente siamo solo Essere, sempre presenti e senza tempo.

Quando l’Essere è riconosciuto come la verità di se stessi allora c’è di nuovo interezza senza alcun senso di essere qualcosa o qualcuno e si vede che questa assenza di una qualsiasi immagine è in realtà la presenza eterna, la nostra vera natura. All’interno di questa presenza tutto ciò che appare lo fa come Uno e questa Unità è se stessi.

Avasa

Quello che viene condiviso qui è un messaggio del tutto radicale e senza compromessi. Non dà indicazioni e non suggerisce di fare alcunché. Non richiede che tu sia in qualche modo particolare, ma piuttosto che tu non sia richiesto.

Parla di ciò che è sempre stato presente e che esiste anche ora, ma che è stato e che è anche adesso del tutto ignorato.

Cerca di descrivere un paradosso. Quando nasciamo il senso di separazione tra il corpo e ciò che lo circonda non è presente, mentre dopo alcuni anni sorge un senso di identità e tutti attorno a te ti confermeranno che tu sei una persona reale, con una sua libera scelta e arbitrio, e che devi lavorare sodo per essere degno, soddisfatto… che devi far funzionare la tua vita. Una sensazione di contrazione è presente e diventa il centro da cui i pensieri, le emozioni e le azioni sembreranno sorgere. Adesso sei un qualcuno e la vita sta accadendo a te, e devi difenderti dalle minacce, devi cercare piacere ed evitare il dolore. Credi davvero di poter fare tutte queste cose. Si diventa ricercatori, alla ricerca di qualcosa che possa colmare quella sottile insoddisfazione, un sottile ma profondo senso di mancanza. Quello che questo messaggio descrive è che la credenza di avere un’identità, un “me” separato tra altri “me” separati in un mondo separato, è un’illusione.

Non c’è nessuno e non c’è mai stato.Tutto semplicemente accade e non c’è mai nessuno in controllo di alcunché. Anche ora non c’è nessuno che stia leggendo questo, anche se qualcosa lì è fortemente convinto che non sia così. C’è solo QUESTO ed è NULLA che appare come QUESTO. Questo non può essere capito o afferrato dal “me”, ma qualcosa può risuonare lì, dato che questa è la vera natura di ciò che si è. In QUESTO TUTT’UNO ogni cosa può sorgere, anche la sensazione che la separazione sia reale, e quella sensazione può cadere. Non c’è bisogno che accada nè, esiste una causa che lo faccia accadere. L’illusione può rimanere fino alla morte o può collassare proprio ora. Quando questo è visto (da nessuno), diventa chiaro che quello a cui anelavamo tutto il tempo non era mai andato via. C’è tutto e nulla. QUESTO è pura gioia, amore e libertà.

Emozioni, pensieri, sensazioni possono ancora sorgere in Questo, ma non sono possedute da un qualcuno di separato. Non c’è più una sofferenza personale, c’è solo un fluire dell’energia.

Il vedere QUESTO non è un’esperienza che puoi fare accadere attraverso un qualche agire, perché in questo vedere tu non ci sarai. QUESTO non appartiene a nessuno. Il vedere QUESTO, il cosiddetto risveglio, liberazione o illuminazione, può accadere o non accade. Non c’è alcuna direzione o scopo nella VITA. Non c’è nessuno lì che possa fare alcunché al riguardo. Anche quando il te immaginario si sente senza speranza e senza possibilità di aiuto c’è solo l’essere senza speranza e possibilità di aiuto che accade.