From Avasa

Questa mattina sono andato a fare la PET, questo era l’ultimo dei requisiti per completare la diagnosi,come d’accordo con i dottori.
All’ora di pranzo ho ricevuto la visita del dottore e dell’ematologo,che mi hanno spiegato di nuovo la mia situazione, enfatizzando il fatto che a meno che chemioterapia non venga inizata nei prossimi giorni, il ritardarla non mi sarà di beneficio e se il tumore si muove fuori dai testicoli potrebbe arrivare al cervello e alla spina, con conseguenze al di là di ogni immaginazione.
Di nuovo la conversaizone mirava a persuadermi riguardo  la mia famiglia nel caso io non faccia nulla al riguardo e lascio che le cose seguano il loro corso. Mi è stato detto di considerare le persone che mi sono accanto e mi amano e io ho spiegato che se muoio loro dovranno fare i conti con le loro emozioni riguardo la situazione,cosa che io non posso fare per loro e non ne sono responsabile. Immediatamente uno sguardo di shock è apparsa sulla faccia della ematologa. Ho visto che in questa situazione la maggior parte delle persone che hanno paura di morire,sono facilmente persuasibili nel prendere quella che viene offerta come la sola terapia disponibile.
Questa affermazione non è vera, conosco un certo numero di persone che hanno scelto terapie alternative per curare il cancro e sono guariti, quindi è evidente che ci sono altri modi di curarlo. Ed ecco ancora l’insistenza sul

bisogno di iniziare la chemio immediatamente. A quel punto ho dovuto sottolineare che avrei preso una decisione sulla terapia alla quale sottopormi solo dopo le mie dimissioni e la consegna delle cartelle cliniche, da condividere con un amico medico. E  questa è stata la mia decisione sin dal primo momento in cui mi è stata prospettata la faccenda della chemio.
Quando è chiaro che non c’è nessuno nella forma umana è anche chiaro, ovviamente, che nessuno muore, e quindi non c’è paura MA (il famoso ma!) ho due canne da pesca nuove di zecca e due nuovi mulinelli che voglio provare, quindi sarò in giro per un pò per questo motivo.
Sono d’accordo sul fatto che sarò dimesso il 14 di questo mese.
Ho parlato sia con la mia partner Shikha e mia figlia Tanya su quale terapia vorrei intraprendere e sui possibili rischi, e entrambe sono d’accordo con me sul fatto che debba fare ciò che voglio, indipendentemente dalle risposte o reazioni che ciò provocherà in loro, e che dovranno gestire da soli.
Spiegherò la situazione alla mia bambina di 7 anni Daisy quando sarò uscito dall’ospedale così che non ci saranno sorprese per lei se la mia decisione si rivelerà quella sbagliata.
Sono sicuro che,come la sua mamma e la sorella,lei mi dirà che devo fare quello che sento giusto per me.